L’altro giorno Michelle mi faceva notare che nei video di Have a Break vi è una parte preponderante di informazioni rispetto a quella delle riflessioni. Il che è dovuto ad un fattore pratico ed uno caratteriale. Il primo riguarda il fatto che all’inizio della produzione era nostra intenzione far conoscere, attraverso dei brevi video, le diverse attività pastorali messe in atto dalla Chiesa del Carmine nel mondo digitale nel caso qualcuno fosse interessato a seguirle. Il secondo riguarda una predisposizione del sottoscritto: prediligo il dialogo ed il confronto al monologo. I video inducono al monologo: anche immaginando che al di là dell’obiettivo del cellulare ci siano persone in “carne ed ossa”, questo pubblico digitale non può essere interpellato “live” come generalmente faccio durante le omelie.
D’altra parte ho poco margine di manovra su questo aspetto per i video di Have a break per cui faccio di “necessità virtù”: questa è la seconda massima che metto in pratica assieme all’ormai celeberrima, spero, frase dell’Arcivescovo Mario Delpini; “la situazione è occasione”.
Dopo questa introduzione che va nella direzione di una “confessione”, propongo una semplice riflessione che ha il tono della costatazione. La lontananza è distacco, la vicinanza è compassione, nel senso di senitire-con… avere passione nel senso di profonda relazione affettiva, mentale e pratica… cuore, più corretto pancia, testa e mani. In questo specifico caso non faccio riferimento alla dimensione spaziale che ha logicamente la sua grande importanza e ce ne rendiamo conto in questo periodo di “isolamento”. Mi riferisco per es. alla differenza tra una notizia sentita al telegiornale o veicolata dai numeri e quella che ci arriva da una persona cara o che riguarda una persona cara. Qualche giorno fa sono stato svegliato poco dopo la mezzanotte da una cara amica di New York che è infermiera (dopo la mezzanotte perché non sapeva che il loro cambio di orario non corrispondeva al nostro). In lacrime mi ha raccontato la sua fatica, sofferenza e impotenza nell’assistere gli ammalati in ospedale. Una cara zia ha cominciato ad avere la febbre e quindi la preoccupazione è salita subito a 90…
La vicinanza, la prossimità “produce” compassione e viceversa logicamente… è difficile dire se è nata prima la gallina o l’uovo. Chissà che possiamo coltivare sempre più questa dimensione essenziale nella nostra vita!