Cari amici e compagne di speranza della Chiesa Maria del Carmine,
Vi scriviamo dalla frontiera della Colombia e il Venezuela. Non ci conosciamo. Io sono un amico di lunga data del Padre René. Le nostre missioni ci hanno portato a lavorare in continenti diversi.
Vi scrivo da una zona con due caratteristiche molto precise:
- siamo in una delle frontiere più transitate del mondo per una migrazione che espulsa migliaia di profughi per fame autentica, quella che ti permette disporre di un solo pasto al giorno, nessun accesso alla salute e persecuzione politica e ideologica.
- L’altro aspetto è segnato da una zona guerrigliera tra le più forti della Colombia e riceviamo famiglie intere sfollate dai gruppi guerriglieri che si impossessano delle terre dei contadini e degli Indigeni per trasformarle in coltivo di cocaina.
Per questo, da 45 anni i Missionari Scalabriniani abbiamo aperto una casa di accoglienza per loro, un collegio con 7 sedi e sei chiese, che abbiamo consegnato alla Diocesi.
E’ stata una risposta completa e audace, una scommessa sulla Provvidenza di Dio e di questa Provvidenza voi siete il volto, le mani, un camminare insieme.
I collegi oggi hanno urgente bisogno di interventi anche strutturali per un minimo di condizioni che possano essere migliorate per il caldo che si aggira per molti mesi sui 40 gradi, per i tetti bucati che sembrano colapasta, per i banchi di scuola, almeno per le classi dell’asilo e delle elementari.
La vostra è una mano che si accompagna a una speranza che noi tutti qui inventiamo ogni giorno nella allegria di questi studenti che incontrano i motivi della loro vita, ferita dalla povertà ma anche della festa del sole, che trasfigura la polvere dei loro quartieri di periferia.
Grazie per essere ascolto e risposta al nostro appello. Contiamo con voi, perché crediamo che ci sia sempre qualcuno che ha il cuore aperto sul dolore e la necessità.
Buon Natale. Camminiamo insieme verso l’Emmanuele, o Dio con noi.
p. Flor Maria e tutti i nostri collaboratori.