Transetto di destra

Frammento dell’arca di Angelo Simonetta
Angelo Simonetta, consigliere ducale in epoca sforzesca, fu tra i principali benefattori nella ricostruzione della chiesa del Carmine dove fu sepolto nel 1472 (il suo stemma è raffigurato nelle chiavi di volta delle campate). Nel 1457 fece erigere la Cappella dell’Annunziata (poi soppressa) dove fece costruire il suo monumento funebre.
Il frammento del monumento presente sulla parete del transetto è costituito da una base rettangolare sormontata da un triangolo al cui vertice è posta la statua del Simonetta in abiti militari (lo scudo riproduce lo stemma scaligero).
La parte sottostante è divisa in tre scomparti: nei laterali le raffigurazioni sono state scalpellate mentre nella parte centrale è raffigurata una Pietà di scuola lombarda dell’epoca.

La risurrezione di Lazzaro
Il dipinto firmato e datato 1618 è opera di Giovan Mauro della Rovere detto il Fiammenghino, pittore attivo a Milano a cavallo tra il XVI e XVII secolo. In primo piano, tra gli strumenti usati per scoperchiare il sepolcro, sono raffigurati Gesù, Lazzaro e colui che lo aiuta ad uscire dal sepolcro, mentre in secondo piano Marta e Maria, sorelle di Lazzaro, sono in atteggiamento di devozione verso Cristo. Il quadro è completato da una folla di personaggi ravvicinati e stupiti sullo sfondo di un parco e di un colonnato in scorcio che dona profondità alla scena.

L’immacolata ed i Santi Antonio da Padova, Francesco d’Assisi, Chiara e Cecilia o Barbara
Opera del pittore milanese Carlo Francesco Nuvolone, datata intorno al 1650, che risente dell’influenza della scuola bolognese di Guido Reni. La Madonna, avvolta in un ampio manto blu, sostiene il Bambino che calpesta il drago, mentre s’intravede la falce di luna che svanisce nelle nubi sfumate in un gruppo di putti. Tre dei quattro Santi sono facilmente identificabili: Sant’Antonio da Padova con il Bambino in braccio, San Francesco con le stigmate, Santa Chiara con l’ostensorio. La Santa in primo piano che indossa un abito rosa e un drappo giallo non è identificabile con certezza (S. Barbara?).

Monumento funebre ai coniugi Barbò
Il monumento, opera dello scultore neoclassico Gaetano Monti (1776 – 1847), fu eretto nel 1845 su commissione dei figli dei coniugi Adalberto Giuseppe e Francesca Barbò. La base rettangolare sopraelevata presenta al centro due tondi con i ritratti dei sepolti. Nella parte superiore, all’interno di un arco ad ogiva chiuso lateralmente da due pilastri cuspidati e sormontati da un timpano con un angelo all’apice, un rilievo di stampo neoclassico raffigura Cristo Redentore tra la Madonna e San Carlo, in atto di accogliere Francesca Barbò presentata dal marito, mentre in basso una donna velata ripone dei fiori sul loro sepolcro.