La seconda puntata della trilogia, Il bello il brutto e il cattivo, è appunto dedicata al brutto. Inizio con una sorta di ragionamento filosofico: la luce è il principio “assoluto”, la mancanza della quale viene chiamata buio, tenebra, ecc. Mutatis mutandis, è il bello (il positivo) il principio assoluto, la mancanza o la privazione del quale diviene il brutto. Incredibile a dirsi, il creato è tutto bello e affascinante e sorprendente e mozzafiato. Basta leggere la Nazione delle piante di Stefano Mancuso per avere una conferma di quanto ho appena affermato della meraviglia e della infinita sapienza del creato (Si veda anche la Genesi). Il brutto è una caratteristica tipicamente e solamente umana… o meglio delle azioni e dei prodotti del cosiddetto “homo sapiens”. E meglio ancora riprendendo il principio enunciato all’inizio: il brutto è una degenerazione e degradazione della bellezza e bontà intrinseca dell’essere creato che, come seme, ha bisogno di svilupparsi, attuarsi, esplicitarsi, concretizzarsi e esternalizzarsi… in questo processo vitale succede l’inspiegabile: dal seme di bontà sbocciano atti e azioni di bruttezza. Da un bocciolo di rosa ci aspettiamo una bellissima rosa dal profumo inebriante, ed invece putridume.

Iscriviti alla Newsletter

    Ho preso visione della Privacy Policy della Chiesa del Carmine Privacy Policy

    Iscriviti al Canale Telegram

    Per ricevere le comunicazioni della Chiesa del Carmine ed essere sempre aggiornato, iscriviti al Canale Telegram.