Nel terzo ed ultimo episodio della trilogia, Il bello il brutto e il cattivo, tratto del cattivo. Inizio con un paragone: una partita di calcio. La squadra del positivo – il bello, fa un goal… 1 a 0; la squadra del negativo – il brutto, fa un goal: pareggio. E poi il negativo, il cattivo nei minuti di recupero, segna: la partita si conclude 1 a 2, con la sconfitta del positivo e quindi la vittoria del pessimismo. La vita è così? La storia è andata e va in questa direzione, su questi binari? Qualcuno ha detto “Homo homini lupus” … per inciso: chissà perché per parlare del negativo ci si rifà ai lupi quando la peggiore creatura siamo proprio noi, i cosiddetti essere umani: i lupi sono a confronto dei santi, e non solo il lupo di Gubbio di francescana memoria. Siamo realisti e ammettiamo il risultato della partita: è stato, è e sarà sempre così, punto e fine della storia! Accettiamo la sconfitta… “Eppure si muove!”: disse quella volta Galileo. Eppure, il bello il buono il vero il giusto si prendono l’ultima parola… sono come i tizzoni sotto la cenere… sono come il raggio di sole che spunta dopo la tempesta… sono la mattina della domenica dopo il grido del venerdì ed il silenzio del sabato.