Vedendo i video di Have a break oppure anche altre produzioni della Chiesa del Carmine probabilmente si pensa poco al lavoro che c’è dietro: concentrandosi sul davanti, rimangono meno energie per guardare il dietro… le retrovie, i retroscena dove la realtà si srotola, e spesso si ingarbuglia, ricevono meno attenzione del palcoscenico, che quindi sembra essere la realtà. È la realtà che vediamo, e che spesso immaginiamo o sogniamo, non la realtà che viviamo.
Allo stesso modo i reality show che di reale hanno poco o nulla, per quello che mi sembra di intuire, sono i rappresentanti della vita reale… c’è da domandarsi se tra l’aggettivo (reality) e il nome (show), quale dei due ha più peso. Così come i super eroi senza macchia e senza paura, che diventano i rappresentanti o i modelli dell’essere umano, quando un sano realismo con i piedi per terra ci dice che siamo impastati di fragilità e di parecchie contraddizioni… e che forse l’unico super eroe che la storia abbia visto sia stato un certo Gesù di Nazaret che, secondo gli Evangeli, aveva tutto tranne che del super eroe.